lunedì 5 dicembre 2016

Chile: Moai dell'Isola di Pasqua "camminavano" fino al mare.





La comprensione di come le antiche civiltà siano riuscite ad erigere strutture monumentali, come piramidi, templi e complessi rituali, non rientra in quella che potrebbe essere definita "scienza esatta". 
Possiamo avanzare ipotesi, formulare teorie più o meno credibili, ma in assenza di un'abbondanza tracce storiche del processo di costruzione non possiamo far altro che armarci di immaginazione e sfruttare le risorse a disposizione dei nostri antenati per tentare di imitarli.
E' il caso dei moai dell'Isola di Pasqua, sui quali molto si è fantasticato, ma molto si è anche sperimentato. 








Tralasciando i vari metodi di distacco del tufo roccia vulcanica (già ampiamente indagati dall'archeologia), il mistero sulla loro costruzione è principalmente questo: come fecero gli antichi abitanti dell'isola (di origine polinesiana) a trasportare queste statue gigantesche dalla montagna al mare?
Per chi non conoscesse i moai dell' Isola di Pasqua, stiamo parlando di circa un migliaio di statue di tufo vulcanico che costellano i 163 km quadrati dell'isola, blocchi di pietra che possono arrivare a pesare 74 tonnellate e raggiungere un'altezza di 10 metri.
I primi esploratori si chiesero come i locali avessero trasportato queste statue dalla cava di pietra al mare, dato che l'isola era del tutto priva di alberi. Ma le più recenti analisi dei pollini prelevati da alcuni reperti ha dimostrato che l'isola, nel periodo precedente alla prima metà del 1600, aveva ospitato alberi in abbondanza.Gli alberi sono un punto fondamentale per il trasporto delle statue: i loro tronchi possono essere utilizzati per creare slitte e rulli, lubrificanti, cordame, e tutto il necessario per lo spostamento "a braccia" di un blocco di pietra enorme. 

Dopo il 1600, le palme sembrano sparire completamente dall'Isola di Pasqua: furono gli stessi abitanti a decimarli per costruire moai? E' possibile, anche se potrebbe esserci lo zampino di un animale non autoctono (il ratto polinesiano, Rattus exulans, che si ciba di semi di palma), ma il vero punto intrigante della storia dell'Isola di Pasqua è il metodo di trasporto delle statue di pietra giganti.





Una delle teorie più discusse è che gli antichi abitanti dell'isola facessero "camminare" le statue: tramite movimenti ondulatori, la base della statua, posta in verticale, avanzava centimetro per centimetro grazie alla trazione di corde e braccia umane.


Perché escludere che il popolo di Rapa Nui non abbia mai utilizzato rulli e slitte? "E' una bella storia, ma non è supportata da prove archeologiche" spiega Carl Lipo, uno dei primi a proporre l'ipotesi delle "statue danzanti".Secondo Lipo, la posizione di molti moai rimasti incompleti e abbandonati dimostrerebbe che gli abitanti dell'isola li trasportavano verticalmente, senza adagiarli in posizione orizzontale su supporti di legno.Ma la teoria e la pratica spesso differiscono: i ricercatori hanno quindi creato un moai moderno del peso di 4,4 tonnellate e alto 3 metri, e lo hanno spostato tramite l'ausilio di tre funi e qualche decina di persone.