venerdì 7 ottobre 2016

Maya e Aztechi: Teste colossali.



Il documento più impressionante e intrigante del prestigio dei sovrani delle "capitali" dell'Area Metropolitana olmeca.




Le teste colossali sono senza dubbio i monumenti più conosciuti tra gli elementi architettonici collocati nei centri cerimoniali dell'Area Metropolitana della cultura olmeca.
Si suppone che raffigurino sovrani olmechi e con una certa enfasi si sottolinea che vanno considerati veri e propri ritratti; tuttavia, per quanto sia incontestabile che le testi colossali sono tutte diverse tra loro e che presentano certi tratti personalizzati, le evidenti stilizzazioni e le convergenze che la caratterizzano rendono improbabile questa tesi.
Sembra più ragionevole ritenerle delle rappresentazioni stilizzate dei sovrani olmechi, mitici o reali.
Recentemente, osservando da dietro l'orecchio destro della testa 7 ( e forse 1 e 2 ) di San Lorenzo sono rimasti i resti di una nicchia, si è pensato che originariamente fossero dei troni.
Contrasta con la somiglianza dei volti la diversità delle colorazioni dei caschi, che sembrano rinviare ai simboli della regalità.
In alcuni sembrano raffigurate tessere di ematite, in altri strisce di pelle, in altri artigli.
Furono scolpite  utilizzando rocce, soprattutto basalto, provenienti dalle montagne di Tuxtla, lontane decine di kilometri dai centri dove furono collocate.
Certamente il loro trasporto ( la più grande pesa 20 tonnellate ) fu possibile solo grazie al prestigio politico-religioso delle "capitali" dell'Area metropolitana.





L'attenzione dell'arte olmeca per la figura umana di solito non porta a soluzioni formali troppo lontane dagli stilemi di quello che potremmo definire un naturalismo idealizzato o, per dirla con Asturias, un realismo magico.
Questa tendenza è particolarmente evidente nelle teste colossali e porta, soprattutto in quelle di San Lorenzo, a una ricerca dell'armonia che arriva a inserire le teste colossali nel rettangolo costruito con la sezione aurea.





Occhi a mandorla e plica palpebrale marcata sono un tratto tipicamente mongolide.
Le commessure delle labbra tirate verso il basso, in questo caso in modo non troppo marcato, sono un altro degli stilemi tipici dell'arte olmeca.
Il naso camuso e le labbra carnose sono il risultato degli scultori olmechi e non di immaginari contatti con l'Africa.